Andreas Brehme
2010-09-24 02:15:53 UTC
Parlando con un amico tempo fa, c'eravamo trovati concordi che i cantanti
degli anni 60 e 70 (e un po' anche 80) sapessero davvero - davvero - cantare
bene rispetto a tanti scialbi vocalist odierni. Le tecniche di
registrazione, l'invenzione di stampelle tecnologiche che aiutano a essere
intonati (anche dal vivo) personaggi che altrimenti continuerebbero a
prendere stecche dell'oltre-spazio, il fatto che lo studio del canto nella
musica leggera abbia bene o male 30 anni di esperienza e di appronfondimento
in più, agevolano indiscutibilmente i performer dei nostri giorni. Una volta
invece un cantante non aveva molti orpelli a sua disposizione: era lui
contro il microfono.
A pensarci oggi tuttavia non sono più convinto di questa generalizzazione.
Il bello e il brutto di una teoria di insieme che si va ad occupare di
un'area così vasta in cui pescare esempi a sostegno o contrari alla tesi che
si sostiene, è che il numero di cantanti che si possono tirare in ballo è
virtualmente infinito e il divertimento potrebbe benissimo consistere
nell'improvvisarsi a giorni alterni sostenitori dell'una e dell'altra
posizione...
En passant, mentre scrivo m'è venuto in mente che Freddie Mercury dietro le
quinte del Live Aid beccò Bono e gli disse che mentre gli U2 si esibivano,
lui, Roger Daltrey e non so chi stavano appunto tessendo le lodi del Bono
"cantante vero" laddove gli altri "nuovi" cantanti (dunque i cantanti delle
band nate negli anni 80) più che cantare parevano agli illustri commentatori
inclini all'"urlare".
Vorrei sapere cosa ne pensate voi: sono migliori, meglio strutturati, più
preparati i nuovi vocalist o quelli che appartengono al passato? Se non
violenta la vostra onestà intellettuale, cercate di assumere una posizione.
Io in sprezzo al passato voglio sostenere la tesi che i cantanti di oggi
siano migliori. Come dicevo si conoscono meglio le tecniche di canto,
programmi come X-Factor e i suoi vari epigoni a livello non solo nazionale
mettono sempre più in secondo piano la musica premiando invece la figura del
cantante, e mi pare anche che la cultura musicale... o meglio: la percezione
di massa del fenomeno musicale... valorizzi un tipo di canone interpretativo
che richiede una tecnica e delle doti dallo standard molto alto - penso al
Mengoni che vince X-Factor, dotato di un'estensione vocale quasi innaturale,
o al tizio che vinse sempre X-Factor due anni fa, che alla soglia dei 40
anni dal vivo prendeva come niente le note di una canzone come Stay degli U2
che il di cui sopra "cantante vero" Bono dal vivo non ha mai osato
azzardare.
Tra l'altro a pensarci se devo indicare i primi 10 classificati artisti a
cavallo tra gli anni 60 e 80, penso ai Beatles, ai Rolling Stones, a Bob
Dylan, ai Pink Floyd... non si può dire che chi cantava le loro canzoni,
avesse poi sta gran canna. Indiscutibilmente non vale per tutti, e la
coincidenza da me citata ha l'ironia della paradossalità. Però all'interno
della scelta di schierarsi a favore dei cantanti odierni, è tutto fuorché
non indicativa questa paradossalità, non vi pare? E no, dai, non ditemi che
John Lennon avesse poi stan gran voce... lo stesso Bowie, mi pare, ha un
timbro peculiare, una voce inconfondibile, ma secondo me lo apprezziamo più
perché abbiamo imparato ad amarne la musica che non perché abbia quella voce
e non un'altra. Mi è capitato di amare cantanti a tal punto che anche
canzoni parecchio brutte mi sembravano belle e degne magari di un acquisto
per il semplice fatto che nell'album cantavano loro. Per Bowie una cosa così
non l'ho mai fatta.
degli anni 60 e 70 (e un po' anche 80) sapessero davvero - davvero - cantare
bene rispetto a tanti scialbi vocalist odierni. Le tecniche di
registrazione, l'invenzione di stampelle tecnologiche che aiutano a essere
intonati (anche dal vivo) personaggi che altrimenti continuerebbero a
prendere stecche dell'oltre-spazio, il fatto che lo studio del canto nella
musica leggera abbia bene o male 30 anni di esperienza e di appronfondimento
in più, agevolano indiscutibilmente i performer dei nostri giorni. Una volta
invece un cantante non aveva molti orpelli a sua disposizione: era lui
contro il microfono.
A pensarci oggi tuttavia non sono più convinto di questa generalizzazione.
Il bello e il brutto di una teoria di insieme che si va ad occupare di
un'area così vasta in cui pescare esempi a sostegno o contrari alla tesi che
si sostiene, è che il numero di cantanti che si possono tirare in ballo è
virtualmente infinito e il divertimento potrebbe benissimo consistere
nell'improvvisarsi a giorni alterni sostenitori dell'una e dell'altra
posizione...
En passant, mentre scrivo m'è venuto in mente che Freddie Mercury dietro le
quinte del Live Aid beccò Bono e gli disse che mentre gli U2 si esibivano,
lui, Roger Daltrey e non so chi stavano appunto tessendo le lodi del Bono
"cantante vero" laddove gli altri "nuovi" cantanti (dunque i cantanti delle
band nate negli anni 80) più che cantare parevano agli illustri commentatori
inclini all'"urlare".
Vorrei sapere cosa ne pensate voi: sono migliori, meglio strutturati, più
preparati i nuovi vocalist o quelli che appartengono al passato? Se non
violenta la vostra onestà intellettuale, cercate di assumere una posizione.
Io in sprezzo al passato voglio sostenere la tesi che i cantanti di oggi
siano migliori. Come dicevo si conoscono meglio le tecniche di canto,
programmi come X-Factor e i suoi vari epigoni a livello non solo nazionale
mettono sempre più in secondo piano la musica premiando invece la figura del
cantante, e mi pare anche che la cultura musicale... o meglio: la percezione
di massa del fenomeno musicale... valorizzi un tipo di canone interpretativo
che richiede una tecnica e delle doti dallo standard molto alto - penso al
Mengoni che vince X-Factor, dotato di un'estensione vocale quasi innaturale,
o al tizio che vinse sempre X-Factor due anni fa, che alla soglia dei 40
anni dal vivo prendeva come niente le note di una canzone come Stay degli U2
che il di cui sopra "cantante vero" Bono dal vivo non ha mai osato
azzardare.
Tra l'altro a pensarci se devo indicare i primi 10 classificati artisti a
cavallo tra gli anni 60 e 80, penso ai Beatles, ai Rolling Stones, a Bob
Dylan, ai Pink Floyd... non si può dire che chi cantava le loro canzoni,
avesse poi sta gran canna. Indiscutibilmente non vale per tutti, e la
coincidenza da me citata ha l'ironia della paradossalità. Però all'interno
della scelta di schierarsi a favore dei cantanti odierni, è tutto fuorché
non indicativa questa paradossalità, non vi pare? E no, dai, non ditemi che
John Lennon avesse poi stan gran voce... lo stesso Bowie, mi pare, ha un
timbro peculiare, una voce inconfondibile, ma secondo me lo apprezziamo più
perché abbiamo imparato ad amarne la musica che non perché abbia quella voce
e non un'altra. Mi è capitato di amare cantanti a tal punto che anche
canzoni parecchio brutte mi sembravano belle e degne magari di un acquisto
per il semplice fatto che nell'album cantavano loro. Per Bowie una cosa così
non l'ho mai fatta.