Butthole Surfer
2004-01-27 14:26:49 UTC
Da Succo Acido on line (
http://www.succoacido.it/uscite/numero%2014/ilpost.html ):
"MAURO REPETTO / Zucchero Filato Nero
I lettori più avveduti si chiederanno: perché una recensione di un disco già
uscito da un bel po', e da un bel po', finito nei cassettoni di plastica
delle occasioni a prezzo stracciato negli ipermercati? La risposta è
semplice, ci sono delle volte in cui un uomo sente il dovere morale
impellente di mettere una pezza alle altrui malefatte, così come Nanni
Moretti si vergogna di vivere in un paese guidato da un lestofante io mi
vergogno di vivere in un paese che ha dimenticato, sfottuto, deriso in
maniera snob e superficiale un disco come questo. Lo dico subito: raramente
negli ultimi anni un disco mi aveva emozionato come questo "zucchero filato
nero". Repetto nella memoria di noi trentenni del cazzo è semplicemente il
biondino che si dimenava metronomico dietro alle spalle dell'esordiente Max
Pezzali/883. Poi un giorno un amico attento ti masterizza il suo cd d'
esordio solista e tu capisci subito di trovarti davanti ad una piccola,
preziosa perla. E' facile per me pensare a Truffaut, al suo continuo,
disperato tentativo di raccontarsi, mistificarsi, nascondersi, esaltarsi
attraverso il suo cinema, con malinconia e pudore. Si possono scrivere
canzoni per provocare, punire, spingere alla rivolta ma raramente succede di
imbattersi in un così commovente tentativo di mettersi autenticamente a
nudo. Repetto avrebbe potuto facilmente scimmiottare Pezzali ed invece
inanella una sequenza di 12 canzoni confuse, allucinate, che girano come
vortici intorno alle proprie ossessioni, forse nella speranza di
esorcizzarle o semplicemente di comunicarle. Figa, frustrazione, scazzo
giovanile, genuine turbe psichiche. Chi avrà la bontà di procurarsi questo
disco avrà l'occasione di commuoversi davanti alla dolcezza di Brandi's
Smile, una sorta di felliniano 8 e mezzo: un'occasione fallita, un film mai
girato, un uomo inghiottito dalla sua avventura americana, un corpo sognato
e mai stretto. Il mio attento amico mi aveva parlato di una versione
barrettiana degli 883 e cazzo se aveva ragione! Ascoltate "Un grande si" o
"Voglia di cosce e di sigarette", inni sbagliati, sbilenchi, ubriachi, un
uomo solo con la sua chitarra incerta e ancora ossessioni: figa, figa, figa,
corpi che sfuggono, amarezza, assoluta mancanza di misura e senso del
pudore. Mauro Repetto è definitivamente l'uomo nero, una macchia di unto
impossibile da lavare nella storia della discografia italiana degli anni 90.
Un corpo troppo fragile per reggere il peso del successo. E' come se i miti
della gioventù, le troppe musiche digerite esplodessero e si disponessero su
un tavolo: un cavolo di puzzle con un pezzo in meno. Nessuna ironia su
questo disco, ti viene da ridere ma ti passa subito la voglia: Cronenberg al
cinema, Mauro Repetto nello stereo di casa.
Fanfarello"
Saluti
BS
http://www.succoacido.it/uscite/numero%2014/ilpost.html ):
"MAURO REPETTO / Zucchero Filato Nero
I lettori più avveduti si chiederanno: perché una recensione di un disco già
uscito da un bel po', e da un bel po', finito nei cassettoni di plastica
delle occasioni a prezzo stracciato negli ipermercati? La risposta è
semplice, ci sono delle volte in cui un uomo sente il dovere morale
impellente di mettere una pezza alle altrui malefatte, così come Nanni
Moretti si vergogna di vivere in un paese guidato da un lestofante io mi
vergogno di vivere in un paese che ha dimenticato, sfottuto, deriso in
maniera snob e superficiale un disco come questo. Lo dico subito: raramente
negli ultimi anni un disco mi aveva emozionato come questo "zucchero filato
nero". Repetto nella memoria di noi trentenni del cazzo è semplicemente il
biondino che si dimenava metronomico dietro alle spalle dell'esordiente Max
Pezzali/883. Poi un giorno un amico attento ti masterizza il suo cd d'
esordio solista e tu capisci subito di trovarti davanti ad una piccola,
preziosa perla. E' facile per me pensare a Truffaut, al suo continuo,
disperato tentativo di raccontarsi, mistificarsi, nascondersi, esaltarsi
attraverso il suo cinema, con malinconia e pudore. Si possono scrivere
canzoni per provocare, punire, spingere alla rivolta ma raramente succede di
imbattersi in un così commovente tentativo di mettersi autenticamente a
nudo. Repetto avrebbe potuto facilmente scimmiottare Pezzali ed invece
inanella una sequenza di 12 canzoni confuse, allucinate, che girano come
vortici intorno alle proprie ossessioni, forse nella speranza di
esorcizzarle o semplicemente di comunicarle. Figa, frustrazione, scazzo
giovanile, genuine turbe psichiche. Chi avrà la bontà di procurarsi questo
disco avrà l'occasione di commuoversi davanti alla dolcezza di Brandi's
Smile, una sorta di felliniano 8 e mezzo: un'occasione fallita, un film mai
girato, un uomo inghiottito dalla sua avventura americana, un corpo sognato
e mai stretto. Il mio attento amico mi aveva parlato di una versione
barrettiana degli 883 e cazzo se aveva ragione! Ascoltate "Un grande si" o
"Voglia di cosce e di sigarette", inni sbagliati, sbilenchi, ubriachi, un
uomo solo con la sua chitarra incerta e ancora ossessioni: figa, figa, figa,
corpi che sfuggono, amarezza, assoluta mancanza di misura e senso del
pudore. Mauro Repetto è definitivamente l'uomo nero, una macchia di unto
impossibile da lavare nella storia della discografia italiana degli anni 90.
Un corpo troppo fragile per reggere il peso del successo. E' come se i miti
della gioventù, le troppe musiche digerite esplodessero e si disponessero su
un tavolo: un cavolo di puzzle con un pezzo in meno. Nessuna ironia su
questo disco, ti viene da ridere ma ti passa subito la voglia: Cronenberg al
cinema, Mauro Repetto nello stereo di casa.
Fanfarello"
Saluti
BS